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Anche il transatlantico vuole festeggiare il cinquantenario di quel che successe nell'inverno che partorì questo gioiello: lo splendido risveglio di nove sogni,  tradotti in musica, frullati nella testa di un geniale giovanotto. Buon anniversario, Rimmel.

(Il Nostromo)

 

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E QUALCOSA RIMANE

di Francesco Luna

 “Rimmel” mi ricorda pomeriggi piovosi, passati da “Ricordi” in via del Corso, a guardare i dischi, ad ascoltare musica e a sfogliare gli spartiti. Francesco de Gregori era dappertutto, su quegli scaffali e nella mia adolescenza, insieme agli altri grandi di quegli anni. C’erano Dalla, Guccini, Venditti, Baglioni, Renato Zero, ovviamente Battisti. C’erano Bennato, Cocciante, Rino Gaetano, Stefano Rosso.

De Gregori era il più grande. Ricordo le 6.500 lire racimolate per comprare Rimmel, finalmente, dopo averlo sentito tante volte a casa di amici. Ricordo la corsa a casa, la plastica che si apriva, l’odore del vinile, il disco nero con l’etichetta blu della RCA che girava sul piatto. Ricordo le foto di de Gregori che uscirono quasi a sorpresa dal disco, quella sua faccia da ragazzo, che allora poteva essere mio padre e che adesso potrebbe essere mio figlio. E l’attacco, fantastico, della canzone che dà il nome all’album. Un mix di pianoforte e contrabbasso, cinque accordi a salire sulla scala di do, geniale a suo modo. E poi lui, la sua voce, che si rivolge alla misteriosa (e un po’ stronza) “dolce venere di Rimmel”. Un disco che apre un’epoca che si apre con una congiunzione, come se venisse dal vuoto che lo precede: “… e qualcosa rimane”, e già questo era rivoluzionario.

continua .. http://www.francescoluna.com/?p=245

 

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........ visto che sulle canzoni di «Rimmel» circolano da sempre interpretazioni tra le più bizzarre, perché una volta per tutte non le spiega lei?

«D’accordo, ma con una premessa: le canzoni sono fatte di chiaroscuri, consentono di dire e non dire, di lasciare immaginare. Nel momento in cui le vado a spiegare si impoveriscono, si liofilizzano. Detto questo, sono pronto».

Chi è «l’uomo che cammina sui pezzi di vetro»?

«Passeggiavo con la mia fidanzata di allora in piazza Navona. Tra i tanti artisti di strada c’era uno che mangiava il fuoco e camminava sui cocci di bottiglia a piedi nudi. Ad un certo punto la mia ragazza disse: “Però, che bel ragazzo che è quello”. Finisce qua la storia, fu semplicemente un momento di leggera toccatina di gelosia. Da lì nacque l’incipit di una canzone autobiografica».

Si sa che «Il signor Hood» è dedicata a Marco Pannella.

«Sì, ma con autonomia. Ho molto amato Pannella per certe cose. È integro, nobile, ma di lui non condivido tutto. E anche allora la pensavo così».https://www.iltitanic.com/rimmel/003.jpg

«Pablo» racconta la morte di un emigrante.

«Ma è una storia immaginata. L’invenzione della canzone era di mettere una di fronte all’altra due persone spaesate, una italiana e una spagnola che stanno in Svizzera e che si confrontano sul benessere economico raggiunto, ma pure sul senso di precarietà, sul rischio della vita, come poi succede allo spagnolo che cade per caso, che si suppone precipiti da una impalcatura».

Dicono che «Buonanotte fiorellino» l’abbia scritta per ricordare una fidanzata morta in un incidente.

«Vorrei trovare un giorno colui che ha originato questa storia e da dove nasce l’equivoco. È un omaggio a Dylan, perché io sono dylaniano e dilaniato».

E «Quattro cani»?

«Nessun riferimento né a Patty Pravo né ad altre persone. Sono solo quattro cani, che se li incontri per strada realmente si nota che hanno caratteri diversi: c’è quello che annusa, quello che scappa, quello intimidito, e magari c’è la cagna che fa il capobranco. Adoro i cani e il brano esprime il mio amore per gli animali. Punto».

«Piano bar»...

«Non è dedicata a Venditti. Al bar di un albergo c’era uno che suonava il piano e mi misi a pensare: lui suona il pianoforte meglio di me; a lui lo pagano, a me ancora no; però io canto quello che mi va, lui magari fa le canzoni che non gli va di suonare... Tutto qui».

Per «Piccola mela» non c’è mai stata nessuna interpretazione fantasiosa.

«Il testo è di una canzone popolare sarda, la musica è mia. Feci un innesto. Mi affascinava questa operazione e dissi: adesso rubo. Io ho sempre rubato da tutti, non solo da Dylan. Picasso diceva: bisogna rubare, non imitare».

Resta «Rimmel», storia di un amore finito: chi è quello mollato tra i due?

«Bisogna mettersi nei panni di uno che aveva 23-24 anni. La vita sentimentale di un ragazzo a quell’età è quanto mai gioiosa, piena di domande e risposte. Adesso chiedersi chi ha lasciato chi è difficile. Posso dire diplomaticamente che non ha importanza. Ma in quella canzone non c’è una sola figura femminile. Può essere difficile da credere, ma è un insieme di situazioni, di storie, di sentimenti, di smarrimenti».

Già, forse è meglio che le emozioni di una canzone restino in penombra, «fra le pagine chiare e le pagine scure».

 

estratto dall'intervista di Pasquale Elia

http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerArticolo.php?storyId=54f96209601d4

 

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I RICORDI DI CHI L'HA SUONATO (in esclusiva per il Titanic)

Quel lontano giovedì o venerdì prima della registrazione mi sono visto con Francesco. Il primo brano programmato per il "provino" di lunedì si chiamava "Rimmel". Ho ancora il piccolo arrangiamento scritto alla buona per i colleghi e lo spartito per Della Grotta, che leggeva a vista.

Nella mattinata di lunedi' ricordo che abbiamo provato un po' insieme e poi in due o tre prese al massimo. Consoli aveva il pezzo sul nastro. L'ambiente era molto disteso, c'era l'ottimismo e quasi l'incoscenza della gioventu'. Renzo Zenobi era trepidante e ansioso, Francesco aveva la sicurezza dei forti e i dubbi dei geni. Lui cantava accompagnandosi con la chitarra per farci da guida ed i suoi toni ispiravano la nostra maniera di suonare (in diretta).

Per ogni canzone si facevano 2 o 3 prese e se c'erano degli errori bisognava riprendere da capo. Mi ricordo della disponibilità tranquilla di George Sims che ha avuto da sempre un buon gusto innato. Poi Francesco registrava la voce definitiva, senza troppe storie, con sicurezza e spontaneità.  Mi ricordo che Ubaldo Consoli si era inventato un colore nelle frequenze e nel mix che avvolgeva il tutto e dava un tocco di magia. C'era il segreto dei"provini" che noi abbiamo rispettato.

Il resto l'ha già detto Francesco.   (Alberto Visentin)

 

 

Ciao sono Franco di Stefano. Sono dei bei ricordi e

ho una gran voglia di tornare indietro e ripetere tutto. Un bacio a tutti.

(Franco Di Stefano)

 

 

Sono molto orgoglioso di aver preso parte alla nascita dell'album Rimmel.

E' stato, e sarà sempre uno dei momenti più belli della mia vita.

(George Sims)

George ha concesso la foto al Titanic attraverso il grandioso sito  http://www.beatsessanta.it/

 

Vorrei che fosse ricordato anche Ubaldo Consoli, tecnico del suono mio collega e fraterno amico, fra i più apprezzati della RCA e sopratutto da Francesco...anche i tecnici della RCA hanno fatto la storia di questa grande Società...prematuramente e volutamente defenestrata.

Ubaldo era molto riservato professionalmente… difficilmente riuscivi a capire ciò che succedeva in studio di registrazione… si prodigava molto per l'artista, questo si, che poi, alla fine, attingeva e si impossessava tranquillamente dei consigli del fonico (anche noi si produceva… e come): Francesco, non ricordo su quale LP, lo cita, nei titoli, anche come produttore. Eravamo amici, conservo veramente un bel ricordo di Ubaldo…Un amico che vorrei avere ancora vicino.

Enzo Martella (RCA-BMG)

 

 

 

 

 

 

 

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https://www.iltitanic.com/2024/063.jpgNel 2025 Francesco De Gregori festeggia i 50 anni dell'uscita di Rimmel, il suo quarto album in studio pubblicato nel 1975 e divenuto una pietra miliare della musica italiana.

Per celebrare questo capolavoro che ha segnato intere generazioni con brani indimenticabili come Pablo, Buonanotte Fiorellino e la stessa Rimmel, da ottobre 2025 il cantautore romano intraprenderà un tour dedicato all'album Rimmel 2025 - Teatri Palasport club.

Il tour inizierà nell'autunno con una serie di concerti nei teatri italiani, in programma tra ottobre e novembre, per poi proseguire nei palasport di Milano e Roma a dicembre dello stesso anno.

Per chiudere questo viaggio musicale, a gennaio e febbraio 2026, De Gregori si esibirà nei club, riportando la sua musica in un'atmosfera più intima e raccolta.

Il pubblico avrà così l'opportunità di vivere le emozioni di Rimmel e del vasto repertorio del cantautore in contesti diversi, passando dalla magia dei teatri alla potenza dei palazzetti, fino all'atmosfera intima dei club che creano una connessione diretta e spontanea tra musicisti e spettatori.

Le prevendite saranno disponibili da venerdì 6 dicembre, alle ore 16.00, su Ticketone e nei circuiti di prevendita abituali.

l tour è prodotto da Friends & Partners, per le informazioni www.friendsandpartners.it.

 

 

Teatri 2025

15 settembre alla Reggia di Caserta

31 ottobre all’Europauditorium di Bologna

1 novembre al Teatro Verdi di Montecatini (Pistoia)

5 novembre al Lingotto di Torino

8 novembre al Teatro Regio di Parma

11 novembre al Teatro Clerici di Brescia

13 novembre al Gran Teatro Geox di Padova

14 novembre al Nuovo Teatro Giovanni da Udine

18 novembre al Teatro Augusteo di Napoli

19 novembre al Teatro Team di Bari

21 novembre al Teatro Metropolitan di Catania

24 novembre al Teatro Verdi di Firenze

 

Palasport 2025

6 dicembre all’Unipol Forum di Assago, Milano

10 dicembre al Palazzo dello Sport di Roma

 

 

 

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Club 2026

23 gennaio al Vox Club di Nonantola (Modena)

24 gennaio all’Estragon di Bologna

27 gennaio al Mamamia di Senigallia (Ancona)

28 gennaio al The Cage di Livorno

30 gennaio al Teatro Cartiere Carrara di Firenze

31 gennaio all’Atlantico di Roma

2 febbraio al Land di Catania

4 febbraio all’Eremo Club di Molfetta (Bari)

5 febbraio alla Casa della Musica di Napoli

7 febbraio al Dis_Play di Brescia

8 febbraio al Palmariva Live Club di Portogruaro (Venezia)

10 febbraio all’Hall di Padova

13 febbraio alla Concordia di Venaria Reale (Torino)

14 febbraio al Fabrique di Milano

 

 

 

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