Noi siculi, grazie a Francesco, siamo ormai diventati degli habituè del Teatro greco di Taormina: 2002, 2003, 2005. 2006 e 2007. In altri tempi tutto questo ben di Dio potevamo soltanto sognarcelo!
Però ieri, rispetto agli altri anni, c'è stato un ospite particolare: l'Etna, che ha aspettato tutta l'estate per assistere a questa serata. Pazientemente, fino al 3 settembre. 

E quando Francesco De Gregori è arrivato a Taormina, è esploso in tutta la sua gioia dandogli un benvenuto da prima classe. Con prepotenza, senza pagare il biglietto perchè si trova proprio a casa sua,  ha voluto esserci a tutti i costi. "A muntagna", come la chiamiamo dalle nostre parti, quella sera era lì; sembrava volesse dire "sì, me lo vedrò di spalle ma il concerto me lo voglio vedere! Voi siete lì con le macchine fotografiche, io userò qualcos'altro: il mio fuoco. Farò questo esclusivo omaggio al Principe". Infatti la sua esuberanza da fan scatenata è finita l'indomani, quando Francesco ha fatto le valigie per andare a Palermo.

All'entrata in teatro non mi ero quasi accorto dello spettacolo che offriva quel magnifico vulcano. Me lo ha fatto notare Guido Guglielminetti che era all'ingresso e col quale ho scambiato qualche battuta, assieme al mio amico Salvo da Ragusa. Che magnificienza quell'infernale finestra nel cielo della notte taorminese!
Mi accomodo sulla mia poltronissima in seconda fila e aspetto l'inizio del concerto sulle note del repertorio di Grechi. 

Intorno alle 22 si spengono le luci, rimangono illuminate soltanto  le antiche colonne con dei riflessi azzurri che le facevano appena intravedere.

Al buio, al centro del palco, dalle quinte si vede arrivare in avanti la scura e longilinea  figura di De Gregori col cappellaccio in testa.

Dietro di lui: la fan, che batteva le mani (anzi, i crateri)! Uno spettacolo unico.

Francesco entra, saluta tutti e dice "stasera l'attrazione non sarò io ma…… (girando il braccio destro per indicare quelle quinte dantesche dietro di lui)…… ci divertiremo lo stesso!". Spettacolare, come se avesse detto "Ladies and Gentleman.......ecco a voi  l'Etna!". 
Quel retropalco naturale squarciato verso il cielo è unico al mondo. Sia per la sua storia, sia per la baia di Naxos in notturna, sia per le alte fontane di lava dell'Etna che certe notti vuole essere l'attrice principale dello show. Ieri sera potevano anche esserci gli Stones, ma il primo nome sul cartellone o sul poster spettava assolutamente a Donna Aetna! L'ha voluto fortemente, come una capricciosa primadonna da avanspettacolo!
Ora ditemi voi, seduto in seconda fila, già con quel palco così illuminato, le luci di Naxos al centro, gli strumenti luccicanti, De Gregori che presenta l'Etna alle sue spalle.... come potevo avere con me soltanto una compatta digitale che si comporta modestamente in diurna ma che quando cala la sera diventa una barchetta in mezzo al mare agitato? Mosse, sfocate, molte le ho eliminate. Mi vi assicuro che il quadro (simile il termine, ma trattasi davvero di opera d'arte!) che si presentava realmente davanti ai miei occhi era decisamente lontano dagli scarabocchi delle foto pubblicate. E' un peccato non poter immortalare quella meraviglia, certi momenti. E proprio in questi momenti mi viene sempre la voglia di regalarmi una bella reflex digitale, ma di quella giusta!

Vedevo tutta quella gente che, approfittando di quel  momento irripetibile, cercava di ottenere qualcosa di passabile dalle loro Supertecnologiche e dai loro Superpalmari. E si mangiava le mani!

Nonostante le sue continue esibizioni a Taormina, il pubblico accorre sempre numeroso a testimonianza della grande ammirazione da parte dei siciliani nei confronti di De Gregori. Un pubblico dalle spalle larghe che in questa grande casa con le finestre aperte e le stanze stanze piene di vento, ogni anno accoglie Francesco con immutato affetto. Perché è un pubblico che lo capisce senza farglielo capire, che lo conosce da quand'era piccolo, che la paura non sa nemmeno che è, che ogni sera fa cadere le stelle e che per scaldarlo si farebbe bruciare. Soprattutto, è un pubblico che ha una faccia che non tradisce. Mai!


Dopo aver cortesemente pregato di non fotografarlo sotto il palco perché quel correre lungo il corridoio potrebbe distrarre sia lui che i musicisti, il Principe attacca con Bambini venite parvulos. Poi la classica Titanic e, a seguire, una strana Abbigliamento di un fuochista. Continua con Cardiologia senza chitarra, muovendo le mani come se spiegasse parola per parola tutta la canzone, per far capire a chi gli sta davanti cosa sia davvero l'amore, cioè quello strano compito in classe di Chimica organica mai risolto, e dalle cui pagine non si butta proprio niente: né gioie, né angoscie, nè soddisfazioni, né insofferenze, né tradimenti.
Bando alle ciancie: di getto arrivano l'Angelo, la fantastica Compagni di viaggio, la versione country di Un guanto e Maiday.


Il tempo di riprendere fiato a causa della lunga corsa fatta sulle strade della sua carriera per poi fare un po' di retromarcia fino ai box di partenza del suo straordinario e trentennale viaggio: Rimmel, Niente da capire (al ritmo di valzer) e Generale. Subito dopo mette l'acceleratore quando vede le luci blu delle stelle sopra di lui. In ordine sparso: Sotto le stelle del Messico, Agnello di Dio, Vai in Africa Celestino, Numeri da scaricare.
Conclude con una stupenda La valigia dell'attore, Alice (l'unica che non mi è piaciuta per questa sua nuova versione) e il Bandito e il campione. Deve riprendere fiato pure il sottoscritto per la scaletta depositata via sms sul famelico nido di un noto pennuto notturno.
Ma per segnalargliela  mi sarebbe bastato un semplice copia e incolla da internet. Molti ieri sera non lo sapevano, ma noi del Rimmelclub e del Barbagianni sappiamo benissimo che la scaletta di Taormina era rigorosamente uguale a tutte quelle di questo tour estivo. Non cambiavano nemmeno i bis, che sono stati riservati alla straordinaria e sempre ben voluta Donna cannone e, infine, a quel simpatico, stuzzicante, friccicarello e sculettante rock che ormai conosciamo tutti e che condisce la famosissima Buonanotte fiorellino….e poi… buonanotte a tutti!

Ringrazio Daniele Di Grazia per la dritta che mi ha consentito di salutare Francesco. In posti del genere è difficilissimo avere un contatto con lui, ma ci siamo riusciti. All'uscita dal teatro, liberatosi dalla folla che gli chiedeva di tutto come se fosse Padre Pio, passa veloce proprio dove Daniele mi aveva detto di stare. Gli acchiappo al volo la mano mentre mi corre davanti, assieme a Chicca. "Ciao Francesco, ti ricordi di me?". Ciccio si ferma "Uee! Ciao, come stai?" Un'affettuosa e sonora "carezza" arriva sulla mia guancia destra, stemperata poi da un fraterno abbraccio. Davanti a una divertita Chicca, il servizio d'ordine me lo toglie subito dai miei occhi. Quasi spingendolo, lo portano verso l'uscita. A nanna.
Ma mi è bastato, non lo vedevo da due anni. Questo pensavo mentre tornavo a casa, davanti ai tergicristalli che spazzavano dal parabrezza la pomice che arrivava dallo stomaco della fan numero uno della serata.
Oltre a Francesco, saluto gli amici Daniele, Salvo e Mauro (con rispettive consorti) che ho rivisto ieri. Non poteva essere altrimenti, non potevo non incontrarli: in certe occasioni i degregoriani DOC te li ritroverai sempre lì, davanti a te, anche se passano gli anni e i capelli diventano sempre più bianchi. Pronti a mettersi sul groppone chilometri e chilometri di asfalto e di file interminabili. Sempre lì, disponibili ad ascoltarsi un concerto di Francesco per una ventina di sere anche con la stessa scaletta; fedelissimi, con le vesciche strapiene e i piedi gonfi di stanchezza, lì sotto a gridargli "Ciccio, sei grande" anche se il loro amato Ciccio si mettesse a cantare "Il valzer del moscerino"!
E poi saluto Guido, Ale Valle (Rapisarda… quello del Titanic?) Ale Arianti, Giovenchi, che mi hanno riconosciuto. A conferma che questo nome ricorda ancora qualcosa.

Mimmo Rapisarda